mercoledì 9 giugno 2010

Massimiliano Scarabeo ospite di Teleregione: fondamentale il rispetto delle persone


Una lunga chiacchierata tra il direttore editoriale Pasquale Damiani e il consigliere regionale Massimiliano Scarabeo, venerdì 4 giugno nel corso della trasmissione di Teleregione "Fatti e Commenti”. 


Manca un anno al rinnovo del Consiglio regionale, ma secondo voci di corridoio, si potrebbe anche votare anticipo. Lei cosa ne sa? 
"Manca un anno e mezzo al rinnovo del Consiglio regionale. Quei sei mesi in più - come dire - allungano la vita a chi in qualche modo vuole programmare qualcosa in termini fattivi. Ritengo tuttavia che si vada a scadenza naturale. Anche se da più parti arrivano segnali negativi. Segnali di diatribe all'interno del PdL non soltanto a livello regionale, ma anche a livello nazionale.
E chiaro che sono dei segnali, a mio modesto avviso, preoccupanti da una parte, ma nel contempo allettanti. Allettanti almeno per quanto mi riguarda e per quello che è il mio percorso politico, ma anche per un discorso di fattibilità a 360 gradi della politica regionale, e non solamente nazionale, su questo bipolarismo che in qualche modo sta venendo a mancare.

Ha partecipato di recente a Todi all'incontro con il leader Casini che ha suggellato la nascita del Partito della Nazione
"Partecipando alla costituente di centro, costituente che è in essere da due anni, ho sempre creduto in questo nuovo soggetto politico. Un nuovo soggetto che sostanzialmente passa attraverso l'Udc, costituito, quindi, dall'Unione di Centro, dalla Rosa Bianca, dai Circoli di Adornato e dai Popolari di De Mita, oltre ai Popolari della Margherita. È un soggetto che si pone in netta alternativa al cosiddetto centrodestra e al cosiddetto centrosinistra. E un soggetto che in qualche modo va oltre quella che è la destra classica, va oltre quella che è la sinistra classica e si pone in un centro in termini di attenzione di quelle che sono le problematiche della gente. E' un soggetto al di fuori dei partiti e delle classiche ideologie, anche perché ritengo che sia arrivato il momento di pensare solo ed esclusivamente alle problematiche degli amministrati".

Casini ha rivendicato l'orgoglio centrista, "Non vogliamo essere l'ago della bilancia - ha detto - ma la forza che modernizzerà il Paese". Un progetto che può coinvolgere altre fette della società civile? 
"È un partito che oltre ad essere aperto ai singoli ed essere aperto anche ai partiti o ai gruppi politici che hanno aderito al manifesto di Todi, è aperto a 360 gradi. E' aperto a 360 gradi anche per quelle classi politiche di esercenti e imprenditori che in qualche modo vogliono mettersi in discussione e partecipare allo sviluppo socioeconomico della nostra nazione. E chiaro che parliamo di un partito letteralmente nuovo, quindi in alternativa al PL e al  Partito Democratico. Un soggetto dunque che esce al di fuori degli schemi classici partitici e politici che ci hanno preceduto.

Il leader Casini ultimamente si anche rivolto ai democristiani che ancora si trovano posizionati all'interno del Partito Democratico: "Il vostro posto è qui e non tra le bandiere rosse"
"Ha detto bene nostro leader Siamo in tanti sofferenti a questo abbinamento con la sinistra estrema. Ci sono due diverse culture. La cultura della mediazione, la cultura del progresso, la cultura politica di un certo tipo che va a contrapporsi a quella del mettere sempre in discussione qualsiasi cosa, ma si contrappone soprattutto alla cultura del bastian contrario. Ritengo che le due provenienze, ovvero, il Partito Democratico con la cultura centrista moderata della Margherita e quella che proviene dal vecchio Parlilto Comunista, dei Democratici di Sinistra  sono entrate in collisione. Quella fusione a freddo ha dimostrato che due culture letteralmente diverse non possono assolutamente convivere tra di loro".

Cosa l'ha attratta del Partito della Nazione?
"Sicuramente il fatto di non entrare in collisione, in contrapposizione a qualsiasi provocazione. L'aver fatto a livello centrale un'opposizione moderata, ma soprattutto costruttiva nell'interesse della gente. Un modo diverso, sicuramente pacato, costruttivo e lungimirante. Un modo di fare politica che a medio termine prevarrà rispetto al modo di fare politica della restante parte del contesto politico italiano".

Sarà un partito pluralista o populista?
'Ma più che populista direi sicuramente popolare. Anche perché ci sarà una partecipazione allargata come ho avuto modo di constatare personalmente a Todi quando il mitico De Mita ha  proposto di affiancare la parola Popolare  alla denominazione Partito della Nazione. Perché è un partito     che viene dalla base, è un  partito   che viene da quelle che sono le congetture classiche della politica,      cioè mettere al centro il confronto, la dialettica e il dialogo  politico che  in  qualche modo deve cagionare,    deve portar  fuori quello che è l'atto di indirizzo amministrativo nelle sedi istituzionali.   Cosa che sinceramente mio modesto avviso in questo momento sta mancando".

Un partito che guarda a due figure storiche quali Alcide De Gasperi ed Helmut Kohl .
"Certo. E' un partito che non rinnega le proprie origini, è un nuovo soggetto politico che si apre a 360 gradi a quelle persone che hanno interesse di lavorare non per il proprio tornaconto di carattere politico, ma soprattutto per rispondere a quelle che sono le esigenze del sistema Italia e degli amministrati, anche perché in questo momento bisogna fare meno chiacchiere e più fatti".

E' alla prima esperienza in Consiglio regionale, tanti giovani la seguono. Sarà perché ritiene che un partito non deve essere solo di iscritti ma deve anche lanciare proposte, deve essere vicino alla gente e soprattutto, al suo interno nessuno possa rivendicare di vivere su rendite di posizioni acquisite precedentemente.
"Mi fa piacere che ha notato come, soprattutto in provincia di Isernia, sto cercando di operare in maniera costante, in maniera quotidiana a quelle che sono le istanze e le problematiche del territorio. Ritengo fondamentale la presenza tra la gente, ritengo fondamentale dare a chiunque una risposta, seria, anche se negativa o impopolare. Perché oggi ci troviamo di fronte, e non generalizzo, ad una classe dirigente che pensa più che altro a salvaguardare la propria posizione, cercando anche di non assumersi delle responsabilità. Personalmente, anche per il mio profilo culturale, professionale, per il mio percorso di vita che mi ha sempre comportato delle scelte - scelte nude, scelte crude, scelte anche coraggiose - quel tipo di forma mentis sto cercando di riportarla anche in politica, rispettoso soprattutto della gente".

La paventata soppressione della Provincia di Isernia. Crede che il rischio possa ritornare in futuro? 
"Ritengo di no. anche perché sarebbe stata una scelta anti costituzionale. Quindi, non rispondente a quelle che sono le disposizioni legislative. Vedo in questi giorni interessi di allargamento, che condivido, su aree geograficamente più vicine ma soprattutto anche per proiezioni future. Immaginiamo quello che sarà il rapporto tra l'area sangrina e la città di Isernia con la superstrada che passa a Forli del Sannio. Significa andare a Roccaraso nel giro massimo di dieci minuti. Questo e un modo intelligente di fare politica e soprattutto di programmare lo sviluppo socio-economico di una provincia come quella di Isernia".

Massimiliano Scarabeo è politico ma anche imprenditore. Perché secondo lei soprattutto nel nucleo industriale di Pozzilli molte aziende sono in sofferenza?
"Non ho timore nell'affermare che qualche responsabilità ce l'ha anche la politica, nel momento in cui vengono individuati dei commissari. I responsabili di Consorzio devono essere persone motivate, persone incentivate, persone preparate e non rispondenti solo ed esclusivamente al cosiddetto potere politico. Quindi, dei procacciatori d'azienda, dei venditori di territorio, capaci di promuovere le capacità e le peculiarità del territorio stesso. Ritengo necessaria una riforma, avere più nuclei industriale nell'intero contesto regionale e superfluo, ma soprattutto e indispensabile individuare un'unica persona, un unico referente, che sia soprattutto un manager rispondente a quelle che sono le istanze e le esigenze della politica".

Quale la sua riflessione sul riordino del sistema sanitario?
"La sanità è stata ed è una brulla gatta da pelare. Ci portiamo dietro decenni - come dire - allegri e meno difficili nella gestione del sistema. Oggi siamo all'apice, non abbiamo più risorse per sostenere quel sistema che in qualche modo ha creato 2.000 esuberi. Ha creato una serie di strutture dove ci ritroviamo doppi primariati, doppi reparti. E dove in qualche modo si e cercato di avere tutto e da per tutto. Oggi non è più possibile. E' giusto pure ricordare a tutti quanti noi che siamo la regione che ha il più alto tasso di ospedalizzazione e soprattutto che ha dovuto in qualche modo rispettare l'indicazione del governo centrale sulla  riduzione dei  posti letto.
E chiaro che bisognerebbe guardare con maggiore fiducia a quello che è il sistema sanitario molisano ma soprattutto cercare di avere delle strutture di qualità con delle eccellenze.
Nel caso di specie, sono stati adottati, seppur in linea di massima, dei criteri che possono sicuramente essere rivisti a prescindere poi dall'indicazione fin troppo politica e meno sostanziale che il governo centrale ha intimato alla nostra regione".

Cosa ricorda con particolare piacere della sua esperienza da consigliere regionale?
"La soddisfazione di aver raggiunto determinati obiettivi tra le mille difficoltà politiche e anche economiche. Sappiamo tutti che amministrare con risorse esigue non dico che è impossibile ma quasi. Allora, aver creato nella nostra regione un parco che è l'unico parco tematico del bacino del Mediterraneo, che è il Parco Regionale Agricolo Storico dell'Olivo di Venafro, è un motivo di grande soddisfazione. Non è solamente salvaguardia e tutela della fascia pedemontana olivetata dell'area venafrana ma significa anche sviluppo economico e sociale di un territorio che in questo momento sta soffrendo.
Penso, ancora, a iniziative rivolte alla famiglia. Iniziative di carattere energetico. Iniziative di interesse collettivo e di larga scala che sicuramente gratificano quello che è stato il mio lavoro sinora svolto".

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