Il rapporto sulla spesa delle regioni italiane (fonte Cgia di Mestre) non lascia spazio a dubbi circa la grave crisi che attraversa l’economia molisana. L’analisi prende in esame un arco di tempo in cui si è passati dai primi accenni di una congiuntura economica internazionale sfavorevole, agli aspetti più manifesti di un declino che necessita di azioni di politica economica e sociale.
L’aumento della spesa corrente, rispetto a quello registrato mediamente a livello nazionale che segna un +70%, in Molise arriva al +100,2%. Incide in maniera preponderante la spesa sanitaria per la quale, rispetto ad una media nazionale del +55,6%, in regione si arriva ad un aumento del 122,6%. Considerevole anche la spesa per l’amministrazione generale, di oltre dieci punti percentuali in più in Molise (+50,1%) rispetto alla media nazionale (+41,4%). Di contro, se il settore pubblico avanza, gli investimenti per quello economico diminuiscono. Gli stessi dati, infatti, parlano di una riduzione nella spesa a sostegno delle imprese del –56,1% e nel settore trasporti del –2,5%.
Discorso a parte meritano i Fondi strutturali. Sempre nello stesso rapporto elaborato dal ministero per i Rapporti con le Regioni emerge un ulteriore primato negativo. Il Molise è, come noto, nell’obiettivo “Competitività”. Ebbene per il Por-Fesr al 30 aprile 2010, si era speso appena l’11,8% delle risorse stanziate mentre per il Por-Fse si arriva al 13,5%. Considerando che il periodo di programmazione terminerà al 2013, è fuori di dubbio che, anche in questo caso, la Regione non dimostrerà capacità di spesa e avrà perso importanti risorse ed opportunità. Se invece si analizzano alcuni dati desunti da altrettanti studi da parte della Banca d’Italia, rapporto 2009, si evince che nell'arco di un anno il fatturato delle imprese molisane si contratto e il fenomeno ha riguardato il 60% delle aziende, le quali hanno avuto sempre minori possibilità di accedere al credito. La riduzione è stata stimata in termini percentuali del 5,5%. Segnali evidenti di una crisi drammatica che, stando alle previsioni, non si risolverà nei prossimi mesi: l’85% delle imprese non assumerà facendo schizzare la percentuale di disoccupati, cassaintegrati e scoraggiati fino al 13,3%.
Oltre alle imprese ad essere danneggiato da una grave assenza di politiche di lungo termine è il settore dell’agricoltura. Ed ancora, si evidenzia altresì che le risorse impegnate con il Por-Fesr ammontano ad appena il 7,9 per cento (soltanto 15 milioni di euro su 193); mentre quelle impegnate con il Por-Fse, arrivano al 22,7% (67 milioni su 295). Primato del Molise in incapacità di programmazione perché, secondo la Banca d’Italia, nessuna delle risorse del Fesr sono state impegnate per energia, accessibilità, ambiente e territorio.
Se si considera infine, l’ultimo rapporto prodotto in termini cronologici, dallo Svimez, scopriremo che l’agricoltura arretra in un anno dell’11%; le opere pubbliche fanno segnare una riduzione del numero di bandi di gara del 60%; le reti stradali mostrano il maggior deficit in Italia. Il debole stato dell’economia molisana è infine rappresentato da alcuni dati che fanno riflettere: le famiglie che vivono con meno di 500 euro al mese sono il 2,9%; il tasso di natalità è bassissimo, segno di una scarsa fiducia delle giovani coppie rispetto al futuro; in un anno si sono persi 3.600 posti di lavoro. Scarsissimo anche lo spirito imprenditoriale, segnale anch’esso di una sfiducia latente: su 806 aziende nate in Italia, solo tre sono di iniziativa di molisani.
Sono solo numeri o la Regione Molise è vicinissima al punto di non ritorno dalla crisi?
La necessità di un cambiamento del modo di far politica, in questa regione, dunque, affonda le proprie radici in anni di gestione poco attenta e di scelte che non hanno guardato al futuro. I risultati fin qui raggiunti, infatti, lo testimoniano abbondantemente e nasconderselo sarebbe negare una evidenza che ci ha portato, e lo dico supportato dai dati appena citati, allo stato in cui siamo.
Ma, è anche figlia della voglia di cambiare l'intero sistema politico nazionale e regionale!
Alternativ@, in un certo qual modo, rispecchia l'improrogabilità che l'attuale quadro politico molisano ha, di avere, al più presto, un'opzione valida all'attuale modo di fare politica che non è riuscito e non riesce a portare avanti l'azione necessaria a sollevare la nostra regione e garantirgli il necessario sviluppo.
Alternativ@ vuole porsi proprio nella condizione di rappresentare un approdo valido, per tutti coloro che guardano, con speranza, che ciò possa avverarsi.
Il gioco del tiro alla fune pur se determina comunque un vincitore, può far correre il rischio ai contendenti, di farsi male, se la corda dovesse rompersi all'improvviso ed entrambe le squadre cadrebbero rovinosamente a terra.
Una battaglia quindi senza vincitori né vinti, una battaglia in cui prevale l'ideologia, la logica di appartenenza, ma non il risultato vero, l'impegno politico necessario per guardare avanti.
Le lotte di quartiere sono quelle tra teppisti e provocano soltanto danni, con Alternativ@, invece, vogliamo aprire una stagione diversa, nuova se vi fa piacere: di dialogo e confronto dialettico sui programmi necessari a questa regione per crescere e progredire.
Dobbiamo cambiare pagina perché in grado di fare proposte, facendo capire a chi ha tenuto per se, lo scettro del comando, che i tempi bui del totalitarismo, sono finiti!
L'Italia per prima, il Molise poi, è stufa di sentirsi ancora promettere grandi opere, grandi riforme, svolte epocali. Se siamo a questo punto la colpa non è della politica in quanto tale, ma della sua controversa interpretazione, della sua errata attuazione.
C'è voglia da parte della gente di sentirsi parte integrante nelle scelte per il proprio futuro, lo avvertiamo quando riusciamo a confrontarci con le tante persone che ci affidano l'incarico di tutelare gli interessi comuni: la scuola, la sanità, l'economia, il lavoro, i problemi dei giovani come quelli degli anziani, dei diversamente abili.
Non a caso, in Alternativ@ si è sempre parlato di programmi sulle cose da fare, dopo aver analizzato lo stato in cui, attualmente, esse si trovano. Non a caso siamo stati convinti che solo la grande partecipazione della base, potrà sviscerare i problemi e ragionare per proporre le adeguate soluzioni. Il potenziale umano è una ricchezza inestimabile che va sfruttata per favorire il confronto di idee utili alla ripresa economica, sociale, culturale di questa regione e di questo Paese.
Se pensiamo che si sono persi decenni e ancora non sono state attuate le necessarie riforme che ci consentissero di stare al passo con le altre nazioni Europee, che l'indebolimento del sistema economico ha lasciato solchi profondi da riempire e che non saremo in grado di farlo tanto facilmente, che siamo sempre più divisi, non soltanto politicamente, che il Nord insulta il Sud assumendo connotazioni sempre più xenofobe, che se il tanto decantato federalismo non produrrà i frutti sperati, per noi saranno problemi seri, allora non possiamo permetterci di continuare a perdere tempo e gettare risorse.
E' questo il messaggio che mi sento di lanciare a tutta la classe politica di questa regione, affinché si renda parte attiva per affrontare il salto epocale che nostro malgrado, saremo costretti a fare, per resistere alle sollecitazioni che ci giungeranno da più parti e che potrebbero anche travolgerci.
Ed un altro messaggio, mi sento inoltre di lanciare alla politica regionale: la gente va informata, per come stanno davvero le cose, i proclami non portano nessun vantaggio sostanziale a questa regione e a questo Paese. Berlusconi mentre parla di ultimazione della Salerno-Reggio Calabria, istituisce il pedaggio sulle strade Anas e sui raccordi autostradali, dice di voler abbassare le tasse ma non trova i fondi per farlo. Iorio replica sul rientro del deficit sanitario, della ricostruzione post terremoto, dell'autostrada del Molise come se i soldi necessari fossero già in cassaforte. Dove sono le risorse?
Non è così, purtroppo! Ai molisani, vanno dette le cose per quelle che realmente sono, perché hanno il dovere, oltre che il diritto di sapere e decidere come e con chi tentare di risolvere i problemi.
Credo che l'obiettivo di Alternativ@, possa racchiudersi proprio in questo concetto: la grande partecipazione popolare nella discussione, analisi e formulazione di proposte, sui problemi che ognuno di noi, quotidianamente affronta.
La partecipazione ai temi caldi che abbiamo pensato di affrontare e già lanciati attraverso i primi due forum, ancor prima di iniziare ad elaborare un ventaglio di idee che potrebbero essere lo spunto anche per un eventuale programma elettorale, rientra proprio nella volontà di aprire lo spazio della politica a tutti.
Quello spazio che spesse volte resta limitato alle scelte di pochi e che ha determinato questo vecchio sistema di fare politica.
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