venerdì 29 ottobre 2010

Intervento alla presentazione degli ultimi forum di Alternativ@



Lunedì 25 Ottobre 2010 il laboratorio di idee Alterntiv@ ha presentato alla stampa i forum 'Infrastrutture' e 'Cultura e Ricerca'. Il consigliere regionale Massimiliano Scarabeo, uno dei fondatori e promotore di Alternativ@, ha esposto le sue idee su queste importanti tematiche per il futuro della regione Molise.

Versione testuale:

INFRASTRUTTURE:

Il sistema Molise  risente di alcune scelte politiche  relativamente alla vocazione che si è voluto dare all'intero territorio, la  cui conformazione morfologica,  per gran parte montana con una sufficiente apertura costiera, doveva portarci ad essere più  una regione turistica, date anche le enormi potenzialità ambientali, paesaggistiche e naturalistiche che possediamo.
Invece, nel decennio 1970-1980, si è voluto dare un'impronta più industriale all'economia molisana, riuscendo ad ottenere, almeno inizialmente, qualche buon risultato, ma che oggi, purtroppo, come in un circolo vizioso, rappresenta un grosso handicap a cui far fronte.
Lo scorrere del tempo ci ha chiaramente proiettati verso una realtà molto diversa da quella degli anni ottanta, dove i nuclei industriali molisani offrivano occupazione e sviluppo, pur risentendo, già da allora, dei problemi legati alla carenza di talune infrastrutture, in modo particolare: strade e ferrovia, un problema questo che ancora oggi, a distanza di trent'anni, ci portiamo dietro.
I collegamenti sono indispensabili, vedasi per esempio gli assi viari inter-europei o i famosi corridoi ferroviari ad alta velocità, o la necessità di aprire ai Balcani attraverso il mare, ma mentre aspettiamo che vengano  finanziate opere faraoniche come la tanto sbandierata Termoli-San Vittore, il resto dei settori produttivi, terziario compreso, risente della carenza di alcuni tipi di interventi.
Basti pensare che attraversare il Molise, ancora oggi, è un'impresa problematica, non soltanto se si utilizzano  mezzi su gomma ma anche attraverso la rete ferroviaria  che non consentendo  il transito di treni veloci, risulta essere poco competitiva soprattutto in relazione al comparto merci.  Non va dimenticato, a tal proposito, che   solo da qualche anno, la distanza con Roma è stata "accorciata" con la tratta Venafro - Rocca d'Evandro, grazie alla galleria Nunziata Lunga.
E se la crisi globale e l'insufficienza di infrastrutture in generale, ha contribuito a piegare la nostra economia, altrettanto ha fatto, finora, la politica, a non cercare delle valide alternative, puntando,  per esempio, sul turismo e sull'agricoltura.
Ma in questa regione, infrastrutture vuol dire strade... e basta!
Ecco allora la necessità di una sterzata sui programmi di investimento, soprattutto se fatti con fondi regionali o Europei, gestiti dalla regione.
Creare infrastrutture, a mio avviso, è si realizzare tutte quelle opere a sostegno delle attività produttive ma anche  di quelle necessarie alla vivibilità dei territori, del potenziamento dei servizi pubblici, della ricerca, dell'istruzione, del sociale.
Soffermandomi per un solo attimo su questo concetto, arrivo inevitabilmente a pensare che prima di  realizzare un opera, qualsiasi essa fosse, occorre verificare se sarà o meno finalizzata allo sviluppo dell'area in cui andrà ad insistere.
Perchè se costruiamo strade ma non promuoviamo il  territorio ricavandone anche vantaggi economici, occupazionali,sociali, il fine non giustifica affatto i mezzi. A che serve allora parlare di grandi opere, per esempio dell'aeroporto del Molise se non siamo in grado di offrire servizi fruibili da chi l'aeroporto lo dovrebbe poi utilizzare? Ecco dunque il bisogno di confrontarci, ecco  l'idea non di sopprimere gli enti locali e territoriali, ma di favorirne la crescita, anche attraverso infrastrutture valide a promuoverne le peculiarità insite nel territorio di propria competenza, nella cultura, nell'ambiente e a renderli sempre più vivibili, traendone i giusti e consequenziali profitti.
Allora ben venga l'aeroporto del Molise, la Termoli - San Vittore, i vari corridoi marittimi e o ferroviari, l'Auditorium di Isernia, se queste opere saranno in grado di trasformare  in  moneta sonante per la nostra economia, la spesa occorrente alla loro realizzazione.
Insomma, lo sviluppo infrastrutturale deve andare di pari passo con i programmi di sviluppo economico che si vogliono mettere in atto, cercando di stabilire, una volta per tutte, quale potrà e dovrà essere il futuro di questa regione, puntando principalmente sullo sfruttamento delle risorse proprie, risorse che possiamo definire inesauribili.
Ma direte voi, e la  proposta?
La premessa vuole proprio significare che, seppur in uno stato comatoso, il settore industriale molisano esiste e va naturalmente salvaguardato ed aiutato. Con le strade? Con la ferrovia? Con il porto? L'importante è che ci si attivi!
Però, nulla vieta di creare infrastrutture che abbiamo una soluzione in grado di interagire anche con altri settori economici: quello turistico ed agricolo, per esempio! Voglio dire, se costruiamo una strada che tagli tutto il Molise, da Termoli a Venafro, appunto, preoccupiamoci anche di ampliare l'offerta turistica di tutto il territorio interessato dall'arteria viaria, laddove è possibile, con iniziative utili a creare economia, occupazione e quindi sviluppo.
Così come possiamo pensare un'azione comune tra i settori appena citati, agricoltura e turismo che, come avviene in tantissime altre regioni italiane, in una sorta di mutuo soccorso riescano a portare risultati soddisfacenti all'economia del territorio di competenza.
Mi torna in mente il Patto Territoriale del Matese che è nato dalla necessità di sfruttare nel modo migliore, i punti di forza di quell'area, quali lo sviluppo di una classe imprenditoriale autoctona, la specializzazione nel campo agroalimentare, la presenza di risorse ambientali, paesaggistiche, storiche ed architettoniche, persino la propensione all'investimento, ma che  ha dovuto segnare il passo, di fronte a punti di debolezza quali il progressivo deterioramento della qualità dei servizi ambientali del territorio, lo spopolamento dei piccoli Comuni spesso a causa di mancanza di servizi essenziali,la modesta accessibilità a causa della carenza della dotazione di infrastrutture nei trasporti.
Ritengo perciò che gli investimenti regionali vadano rimodulati e quelli europei indirizzati affinchè non restino finalizzati alla sola realizzazione delle opere, seppure importanti, ma che siano anche il mezzo, capace di offrire soluzioni molto di più tangibili, ad un territorio che ha molte potenzialità da dimostrare e da  sfruttare.
Capracotta, Campitello Matese, Termoli, Campomarino, dalla montagna al mare passando per paesi più o meno grandi, ricchi di storia, arte, cultura e tradizioni di questa nostra terra. Ma in quali condizioni si presentano oggi queste località che dovrebbero e potrebbero essere  ad elevata attrazione turistica? Basta la sola bandiera blu o il paesaggio montano ad attirare gente dal resto dell'Italia?  Ci vuole un porto turistico o commerciale che funzioni davvero o che resti solo un'opera fine a se stessa? Le piste da sci, devono continuare a funzionare soltanto quando nevica o impianti efficienti di innevamento artificiale potranno allungare la stagione e favorire le presenze? E le altre ricchezze storiche, architettoniche del resto del Molise? Agnone, Venafro, Frosolone, Altilia. Sono sufficienti le semplici didascalie stampate su un  annuario a promuoverle? 
Se ci ponessimo davvero la domanda: perchè si dovrebbe venire in Molise per fare turismo, troveremmo la risposta proprio in queste località e in tutti gli altri posti che  noi per primi, spesse volte snobbiamo, o peggio, non conosciamo affatto? Se le valorizzassimo a dovere, saremmo spinti a ricercare e trovare tutte le soluzioni necessarie per raggiungere l'obiettivo. Ma finora, non è stato fatto abbastanza!
C'è bisogno di interventi strutturali mirati, anche la vivibilità del territorio, le emergenze idro-geologiche, capaci di mettere in ginocchio vaste aree ed intere economie, l'acqua, la cui abbondanza non fa pari con gli sprechi  delle reti di distribuzione, la rete ADSL, la cui scarsa copertura territoriale rappresenta, ancora oggi, una forte limitazione nello sviluppo economico, in una fase in cui i sistemi di comunicazione assumono sempre più un ruolo fondamentale.
I trasporti, già ampiamente  previsti nelle misure di cui al POR Molise 2000-2006, sia per ampliare lo scambio delle merci sia perchè, se si costruiscono strade ma non si favorisce la mobilità interna attraverso il potenziamento del servizio pubblico, si corre il rischio di un progressivo spopolamento, soprattutto delle aree interne, ed a quel punto, addio all'idea di investimenti a scopi agricoli e turistici.
Concludo pertanto, confidando in una massiccia partecipazione, anche per quanto riguarda questo forum, proprio per creare quella rete di proposte che  faccia pensare che per infrastrutture, non intendiamo solamente grandi opere ma anche piccoli interventi mirati alla salvaguardia e valorizzazione del territorio favorendone, per quanto possibile, la crescita economica e sociale.




CULTURA

Se diamo per scontato che la cultura è il carburante della civiltà e del progresso, non possiamo non valorizzarla e tenerla in evidenza nelle scelte di sviluppo che questa regione vuole e deve fare. Uno sviluppo che deve passare per la ricerca nella sua più ampia accezione del termine, privilegiando i giovani con la scuola e l'Università, ma  che deve considerarsi anche parte integrante dello studio, conoscenza e promozione di usi, costumi, valori, ideali  di tutto il territorio regionale
I problemi derivanti dalla carenza di finanziamenti statali, e lo stiamo vivendo proprio in questi giorni, mette a rischio la riforma universitaria, acuendo soprattutto le problematiche legate alla scuola in generale, rabberciata in modo da non riuscire ad offrire, al pari di quelle Europee, la giusta formazione e preparazione proprio per mancanza di strutture e mezzi. Ma la, dove il  Governo centrale non riesce, può arrivare sicuramente l'istituzione regionale. L'autonomia scolastica può e deve servire anche a colmare il vuoto, quando esso c'è.
Una regione come la nostra che vive il fenomeno dello spopolamento delle zone interne ma anche quello dell'emigrazione verso zone dell'Italia dove ci sono offerte migliori in campo universitario e lavorativo, ci allontana sempre di più dalla nostra storia e dalle nostre origini. 
Può essere un investimento sulla cultura, per esempio, l'implementazione delle biblioteche comunali o scolastiche, con un sistema intranet di comunicazione che consenta una interazione immediata sia in relazione alla didattica studiata a scuola  che approfondimenti sul territorio in cui viviamo, sui poeti e scrittori molisani ai quali, tutti dobbiamo molto, al nostro patrimonio antropologico, artistico ed architettonico.     
Lo studio e la valorizzazione del patrimonio storico e non solo, cementifica il rapporto con la terra d'origine, non voglio qui analizzare quanto e cosa questa regione fa, se lo fa, resta il fatto, però, che le iniziative culturali, sia per mancanza di infrastrutture che per carenza di fondi, sono sempre meno. Eppure di associazioni locali ce ne sono abbastanza, ma a quanto pare sono costrette quasi sempre a cavarsela da sole. Anche se non si tratta soltanto di una questione finanziaria, ma soprattutto, del modo in cui queste risorse vengono impegnate, cioè molto spesso con  investimenti elargiti come si dice " a pioggia"  e mal finalizzati, che non portano i vantaggi di cui avremmo invece bisogno. La mancanza di una adeguata programmazione, un rapporto più sinergico con il mondo della cultura o di chi, attraverso iniziative  fa e la promuove, deve essere posto al centro dei lavori istituzionali della regione.
Casualmente, mi sono imbattuto in una pubblicità di un operatore turistico molisano che organizza viaggi di turismo cosiddetto culturale, proponendo, principalmente, destinazioni quali,Toscana, Marche, Umbria, Puglia. Mi sono detto: può essere possibile che un molisano, un viaggio culturale nella propria regione, se lo organizzi da se, ma che un operatore turistico nostrano, organizzi dei viaggi culturali e non promuova  un itinerario riguardante la propria terra e le sue bellezze, mi sembra sbagliato!  Voglio dire: mandiamo i molisani fuori regione, ma facciamo venire gli altri nel Molise.
Se il problema di fondo è determinabile nella poca conoscenza e promozione del nostro territorio, altrettanto vero è lo scarso impegno delle istituzioni verso la creazione di un rapporto più sinergico con gli operatori del settore. Confinare la cultura regionale, nelle stanze di una Fondazione, mi sembra molto riduttivo! Alla stessa maniera, manca l'apporto istituzionale verso  la promozione di eventi dedicati a grandi temi come la pace, lo sviluppo sostenibile,  le multiculturalità, l'identità urbana.
Iniziative molto più dinamiche che arrivino però al cuore del problema e che si interfaccino, costantemente con le proposte che giungono dai cittadini, su temi a cui i primi ad appassionarsi sarebbero proprio i nostri giovani che chiedono oltre alle strutture, le occasioni per confrontarsi e fare quindi cultura. Occasioni che possono diventare appuntamenti importanti grazie anche alla   massiccia partecipazione di "turisti", attratti dalla portata di questi eventi, con tutti i relativi benefici che ne potrebbero conseguire. 
Fa pensare dunque come  settori importanti che potrebbero rappresentare anche opportunità di reddito,  e la cultura è sicuramente uno di essi,  non venga sufficientemente considerato. Allora sottolineo come sia indispensabile, anche in questo caso, la partecipazione della base per sviluppare proposte utili che servano a ridipingere un quadro normativo e di interventi su questo specifico argomento. Confido perciò, come è stato per gli altri forum proposti da alternativ@, che anche quello riguardante questo argomento venga considerato altrettanto importante e che perciò veda una grande partecipazione di cittadini ed idee.

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