venerdì 30 settembre 2016

Cantone: “In molti casi si è verificato un legame tra sanità, politica e criminalità organizzata”


Lo ha detto il presidente dell’Anticorruzione, Cantone, intervenendo al congresso delle Società scientifiche di chirurgia italiane, sottolineando come “l’ingerenza della politica sia uno dei problemi della sanità”. “Sui vertici delle strutture sanitarie c’è una forte influenza della politica, che in alcune zone significa anche un pezzo d’influenza della criminalità. Lo scioglimento di alcune Asl ne è la riprova”, dice Cantone. Sulle centrali uniche di acquisto invoca trasparenza: si rischia che diventino centri di potere.

Referendum Costituzionale – 4 dicembre 2016: #IoVotoNO


giovedì 22 settembre 2016

GIOCHI OLIMPICI, OCCASIONI PERDUTE.


Non si puo' rinunciare ad organizzare grandi eventi per "timore"! Le olimpiadi per Roma e per l'italia oltre ad essere una sfida per il futuro, sono un elemento propulsore di uno sviluppo economico che sarebbe esploso in modo travolgente...un vero e proprio boom economico. Credo che sia assurdo rinunciare a un progetto per pura ideologia.

mercoledì 21 settembre 2016

Può capitare a tutti di essere vittima di un furto, ma la paura per l’incolumità personale e quella dei miei familiari è molto forte dopo aver subito un atto del genere!












VITTORINO FACCIOLLA ritengo che sia utile che tu faccia chiarezza sugli incarichi all’ARSARP!


Non penso proprio che “l’infornata di amministratori locali”,contrattualizzati quasi contemporaneamente alle provinciali sia una mera coincidenza.Andrea Romano(SPINETE) contrattualizzato nell’area comunicazione -Michelina Iannetta(BOJANO) avente già un contratto regionale risulta essere anche lei contrattualizzata nell’area comunicazione-Francesco Desiderio(CAMPOMARINO)contrattualizzato nell’area giuridica-Nicola Montagano (BONEFRO)-Francesco Trolio (ACQUAVIVA COLLECROCE )-Maria Saveria Reale (S.ELIA A PIANISI)-Saverio Nonno (FOSSALTO)-Antonello Savino (GILDONE)-Michele Di Bartolomeo (RIPALIMOSANI)-Remo Giuseppe Grande (GUARDIALFIERA)-Giancarlo Graziaplena (S.MARTINO IN PENSILIS) – Antonio Gabriele Staniscia (PETACCIATO) assistenti e a supporto delle varie aree. Davanti ad una graduatoria del genere c’è veramente da restare perplessi !

giovedì 8 settembre 2016

SANITÀ, SPARISCONO I DATI DI CATTOLICA E NEUROMED !


Isernia – Sviluppo turistico e valorizzazione del sito paleolitico “La Pineta”. Confronto con il Presidente della commissione Cultura del Senato Marcucci


Valorizzare il paleolitico per la sostenibilità dello sviluppo turistico. Questo il tema del confronto di ieri pomeriggio presso il museo cittadino,voluto dal Consigliere comunale Enzo Di Luozzo e dal Senatore Roberto Ruta, alla presenza del Senatore Andrea Marcucci, presidente della Commissione Cultura del Senato.

mercoledì 7 settembre 2016

Paleolitico di Isernia e Distretto Molise Occidentale. Un binomio vincente per dare valore aggiunto al turismo molisano.


“Il sito del Paleolitico di Isernia è il più antico d’Europa e rappresenta uno dei più prestigiosi documenti sulla vita preistorica e della conoscenza dell’origine del popolamento umano nel nostro continente attraverso l’Homo Aeserniensis. L’idea di partire proprio da questo sito, per intraprendere la strada del riconoscimento del Distretto Turistico del Molise Occidentale che abbia come punto di forza il Paleolitico di Isernia, saprà dare il valore aggiunto necessario in termini turistici veri e propri, al fine di  promuovere, oltre che il sito stesso con le sue tantissime testimonianze risalenti a circa 730 mila anni fa,  anche il territorio di questa provincia che dall’Alto  Molise fino a Venafro, dalla Valle del Trigno a quella del Volturno, racchiude storia, arte e tradizioni che vanno potenziate. Una nota di grande considerazione va, dunque, al Consigliere Enzo Di Luozzo e al Senatore Roberto Ruta che, partendo proprio dal Sito del Paleolitico di Isernia, vogliono dare il via ad una iniziativa di più ampio respiro, come quella del Distretto Turistico del Molise Orientale. Un ringraziamento particolare al Sen. Andrea Marcucci, in qualità di Presidente della Commissione Cultura del Senato, per aver accolto la proposta avanzata che può essere il propellente affinché il turismo, per la nostra provincia e per l’intero Molise, rappresenti oltre che l’elemento di scambio culturale, anche quello economico. Interventi mirati alla creazione di prodotti turistici ed itinerari dei beni culturali, dei siti paesaggistici e delle aree protette, utili ad ampliare la comunicazione e la promozione di  realtà  come Agnone, Capracotta, Pietrabbondante, Campitello Matese, Sepino, Castel San Vincenzo, lo stesso Paleolitico, Venafro, con l’obiettivo di realizzare e potenziare le infrastrutture turistiche, qualificare le risorse professionali locali, creare dei punti di accoglienza e d'informazione  per  aumentare la conoscenza e l'immagine complessiva del Molise. Le unicità del nostro territorio, se sapientemente valorizzate, potranno costituire un punto di forza ai fini dello sviluppo del turismo per una regione che deve essere in grado di attrarre ed accogliere visitatori che vogliono ricercare le particolarità del patrimonio socio-culturale e del proprio contesto ambientale. Il percorso storico che inizia dal sito del Paleolitico di Isernia, passando per quello medievale di San Vincenzo, rende il territorio della provincia di Isernia ricco di potenzialità, ma le poche risorse finanziarie disponibili non consentono il necessario slancio nell'organizzazione di una rete per la gestione di questi siti e ciò, potrebbe vanificare gli sforzi che sono stati già avviati tra Regione, Università e Soprintendenza del Molise per nuove operazioni di scavo e di conservazione di questo patrimonio.  Si rende quindi necessario l'interessamento diretto del Ministero alle Attività Culturali e al Turismo al quale il Molise si è più volte rivolto attraverso precise richieste che volevano sostenere un bene prezioso che custodisce da millenni. Sono fiducioso che le istanze portate all’attenzione del Ministero sulla valorizzazione del territorio regionale e la salvaguardia delle bellezze archeologiche, presto ci facciano vedere gli effetti positivi. I risvolti, in tal caso, sarebbero sicuramente positivi, con un maggiore impulso turistico e le conseguenti ricadute economiche ed occupazionali che rappresenterebbero il volano di sviluppo per una regione che ha pagato e paga un prezzo alto a causa della crisi in atto. Il messaggio che mi sento di lanciare al Sen. Marcucci è quello di condividere questo percorso perché il Molise ha tutte le potenzialità di diventare un importante punto di riferimento turistico italiano, e i vantaggi che ne conseguiranno saranno ricadute positive sull'economia e sull’occupazione di cui abbiamo estremamente bisogno.”

domenica 4 settembre 2016

Parco storico-agricolo dell’Olivo, Pesino: la Regione continua a non supportare il nostro ente

Intervista al presidente del Parco Regionale dell’Olivo di Venafro Emilio Pesino 


giovedì 1 settembre 2016

Auguri ad Antonio Battista neo eletto presidente della Provincia di Campobasso


Voglio esprimere a titolo personale i migliori auguri ad Antonio Battista, per il nuovo incarico che dovrà ricoprire e per il lavoro che lo attende. Auguri di buon lavoro anche ai nuovi dieci Consiglieri provinciali. Battista è persona capace, competente e con solida esperienza, saprà certamente lavorare bene nell’interesse esclusivo della collettività.

mercoledì 31 agosto 2016

Agnone 1 e 2 settembre 2016 - Festa de l’Unità. No! Festa della Divisione!


Con le assenze di alcuni personaggi politici, tra parlamentari e Consiglieri Regionali, si amplia il solco della divisione nel PD molisano. Così la Festa interregionale de l’Unità medio Sannio 2016, rischia di diventare oltre ad una due giorni per riflettere e lanciare proposte sui temi caldi del momento, anche un motivo di definitiva scissione nel PD regionale. Sarà proprio così? Forse!

Intanto gli appuntamenti prevedono per giovedì primo settembre alle 17:30 il dibattito: “Le opportunità delle riforme per il Sud , Area di Crisi e strategia nazionale delle aree interne”, i Saluti di Micaela Fanelli (Segretario regionale PD Molise) e Marco Rapino (Segretario regionale PD Abruzzo) e gli interventi di Paolo Di Laura Frattura (Presidente Regione Molise); Luciano D’Alfonso (Presidente Regione Abruzzo); Laura Venittelli (Componente della XIII Commissione Parlamentare Agricoltura); Carlo Veneziale (Ass. Reg. Attività Produttive); Stefania Covello (Delegata Mezzogiorno della segreteria Nazionale PD).

Le conclusioni sono affidate a Ettore Rosato (Capogruppo del PD alla Camera dei Deputati). Assenti perchè non invitati all’appuntamento con questa festa montana de l’Unità, il Sen. Roberto Ruta, l’On.le Danilo Leva e il Consigliere Regionale Massimiliano Scarabeo. Una mera dimenticanza sintomatica della evidente divisione all’interno del Partito di maggioranza in regione che comunque non giustifica affatto il non aver recapitato nei tempi e ai giusti indirizzi, gli inviti a partecipare e a parlare. Un errore voluto che non è passato inosservato a tanti e che suscita incredulità: non è da tutti tenere fuori da un dibattito importante per le sorti della nostra regione, alcuni parlamentari e l’unico eletto del PD al Consiglio Regionale, in provincia di Isernia, proprio dove si tiene la Festa.

E seppure l’organizzazione avesse inavvertitamente smarrito gli inviti, l’errore o la mancanza non sarebbero dovuti sfuggire né a Micaela Fanelli, Segretario regionale del PD, né a Paolo Frattura, entrambi grandi predicatori dell’unità d’intenti all’interno del PD (la più recente è quella che risale all’Assemblea regionale del Partito di gennaio 2016) ma, evidentemente, disattenti o troppo attenti, su questioni che da formali possono diventare sostanziali. Sulla questione, l’On. Leva raggiunto telefonicamente ha affermato: “Non voglio innescare polemiche, ma la Festa de l’Unità quest’anno si nota più per le assenze che per le presenze, chi non è allineato viene tenuto a margine”.

Un eloquente no comment dal Sen. Ruta, che probabilmente si riserverà di affrontare la questione attraverso un comunicato stampa. Dai toni più chiari il Consigliere Regionale Scarabeo: “ tenere fuori da una Festa interregionale de l’Unità il primo eletto nel PD della provincia di Isernia, la dice lunga su come lavora l’attuale vertice regionale del Partito. Non credo in una dimenticanza, tanto più che sono stati invitati altri consiglieri regionali non appartenenti al PD…”

Quindi ancora non inizia e questa Festa de l’Unità, per il PD che normalmente negli anni ha mosso sempre riconciliazioni e dibattiti fondamentali per se stesso e per il territorio, passa per una di quelle trasmissioni televisive dove gli ospiti si scelgono con cura e solo quelli che piacciono al capo. In questo modo, però, una cosa è chiara: le divisioni saranno ancora più profonde, insanabili e si rischia la dichiarazione di guerra vera e propria, dando inizio alla diaspora definitiva di voti dal Partito Democratico della provincia di Isernia. Chissà cosa ne pensano a Roma?

giovedì 25 agosto 2016

Parco dell’Olivo di Venafro. Sbloccati i fondi, ma quanta fatica!


“Il venir meno delle necessarie risorse economiche e le più che plausibili rimostranze avanzate dalla dirigenza del Parco dell’Olivo di Venafro, mi hanno indotto a presentare una interrogazione apposita sulla scelta fatta dalla Regione di cancellare le somme previste in bilancio regionale, per il funzionamento dell’Ente, per le annualità 2015 e 2016. Il Governatore Frattura ha risposto, comunicando, testualmente, che: “con riferimento alla richiesta di conoscere le procedure messe in atto per la risoluzione della problematica evidenziata nell’interrogazione di che trattasi nonché di verificare le modalità e i tempi di riassegnazione e di erogazione all’Ente Parco dell’Olivo di Venafro dei fondi ad esso assegnati si comunica che in data 06 giugno 2016, è stata inviata, al servizio Risorse Finanziarie, Bilancio e Ragioneria Generale la proposta relativa all’impegno di spesa di € 75.000,00 per l’annualità 2016; l’impegno è stato assunto in data 27/07/2016 di cui alla Determinazione Dirigenziale n. 3590 del 28/07/2016 (atto del servizio n. 315 del 28/07/2016) avente ad oggetto: “Legge regionale 4 maggio 2016 n. 5, art. 1. Rifinanziamento della legge regionale 4 novembre 2008 n. 30 “Istituzione del Parco regionale Storico Agricolo dell’Olivo di Venafro”Impegno di spesa”. Per quanto attiene l’annualità 2015, il capitolo di bilancio n. 43803 “ Finanziamento Ente Parco dell’Ulivo di Venafro” ha una previsione definitiva della spesa di € 100.000,00, giusta Deliberazione di Giunta Regionale n. 208 del 16/05/2016 (supplemento ord. N. 1, BURM n. 23 del 16 giugno 2016). Detto finanziamento è stato tra l’altro confermato tra gli avanzi vincolati con l’avvenuta approvazione del Rendiconto generale per l’esercizio 2015, nella seduta del Consiglio Regionale del 2 agosto 2016. Tradotto dovrebbe significare che per le annualità 2015 e 2016, i fondi necessari al funzionamento del Parco Regionale dell’Olivo di Venafro, saranno messi a disposizione dell’Ente eliminando le legittime preoccupazioni del Presidente Pesino che ha continuato a svolgere l’attività prevista seppure sotto il peso delle difficoltà nei confronti dei fornitori e di quanti hanno prestato la loro opera a favore dell’Ente stesso. Posso dire di essere soddisfatto per questa decisione e lo sono ancora di più perché si evita di mettere in seria difficoltà il funzionamento di una importante realtà che nel corso degli anni ha svolto un lavoro eccellente in relazione alla salvaguardia delle specie olivicole locali e in modo particolare degli oliveti secolari presenti nell’area venafrana.” 

martedì 23 agosto 2016

Uomo solo al comando?

Intervista all'avv. Anna Falcone, vice presidente del comitato nazionale del NO al referendum per la riforma della Costituzione.


sabato 20 agosto 2016

Venafro, Palazzina Liberty. Seicentomila euro dalla Regione, ora nessuna scusa, sì consegni la struttura alla città!


“La Palazzina Liberty di Venafro, già al centro dell’attenzione fin dalla prima fase del suo recupero strutturale e il prosieguo dei lavori per renderla fruibile alla cittadinanza, dopo il rallentamento dei lavori a causa della mancata erogazione dei fondi al Comune di Venafro (soggetto attuatore), ha ricevuto, da parte della Regione Molise, i finanziamenti che serviranno per consegnarla alla città come centro polifunzionale, culturale e formativo, così come previsto dal progetto. Una notizia importante, al di là di ogni polemica e presa di posizione che si sono registrate sulla questione. Una soddisfazione anche da parte di chi, me compreso, forse con occhio critico ha posto in evidenza le problematiche tecniche, amministrative e finanziarie che hanno contraddistinto l’iter realizzativo della struttura fino alla sua ultimazione, con il solo obiettivo di vedere al più presto la consegna della struttura alla città. Certo è che con le ultime determine dirigenziali da parte del servizio edilizia pubblica e residenziale della Regione Molise, sono stati liquidati quasi seicentomila euro a favore del Comune di Venafro, per cui ora il traguardo è più vicino.”

mercoledì 17 agosto 2016

Trasferimento docenti molisani. Altro che Buona Scuola, così si ledono i diritti sia degli insegnanti che degli studenti.


“Il quadro dei trasferimenti fuori dalla nostra Regione di centinaia di docenti mi lascia sinceramente interdetto, visto che sembra attuarsi una inaccettabile smobilitazione del sistema scolastico regionale, che potrebbe minare l'offerta formativa acuendone i disagi che già stiamo vivendo da tempo. La Buona Scuola si sta rivelando un vero e proprio boomerang per tanti docenti molisani che si vedono costretti a raggiungere sedi scolastiche del Nord Italia nonostante in Molise restano posti vacanti. Altro che futuro e investimenti sulle nuove generazioni: in questo modo, al di la delle procedure, ci troviamo ad affrontare una vera e propria emergenza, una presa in giro che umilia il mondo della scuola e quello di tanti studenti molisani: per questo, se come dicono i Sindacati, il problema nasce da meri errori, o dal sistema che non ha funzionato come previsto dal MIUR, allora è opportuno che la Regione Molise si faccia sentire, così come stanno facendo altri Governatori del Mezzogiorno, i quali, registrando anch’essi un ingiustificato esodo di nuovi insegnanti, si stanno seriamente impegnando per affrontare al meglio la questione. Se una procedura sbagliata può determinare le sorti di centinaia di persone e, con gli ambiti territoriali e la chiamata diretta da parte dei dirigenti scolastici si è messo in atto un meccanismo autoritario ed antidemocratico, a pagarne le conseguenze non siano oltre agli insegnanti, anche gli studenti e le loro famiglie. Il punto è ottenere il meglio dalla Scuola, evitando disservizi che con questi giri di cattedre penalizzano docenti e alunni. L’auspicio, dunque, è quello che anche la Regione Molise faccia la propria parte, contribuendo affinché si trovino i giusti compromessi per evitare che siano calpestati i diritti di tutto il mondo scolastico.”

sabato 13 agosto 2016

Lasciare un partito politico non è mai semplice, ma a volte può essere una scelta inevitabile.



Lasciare un partito politico non è mai semplice, ma a volte può essere una scelta inevitabile. Continuare a sostenere un partito oramai morto che viola spudoratamente il "suo programma elettorale " ci precludera' ogni possibile via per risollevare le sorti del nostro territorio! Nei fatti non ho ancora deciso se lasciare o meno, ma con sincerità ammetto che nelle prossime settimane farò la mia scelta.

giovedì 11 agosto 2016

30 ragioni per votare No al referendum costituzionale


Un utile vademecum che demolisce, punto per punto, le argomentazioni (alcune fuorvianti, altre palesemente false) dei sostenitori della deforma costituzionale e dell’Italicum.

di Massimo VilloneDomenico Gallo e Alfiero Grandi, da Il Fatto quotidiano, 26 maggio 2016
1. Perché raccogliere le firme, se il referendum è stato già chiesto dai parlamentari?
Non si può lasciare al Palazzo la scelta se votare su una vasta modifica della Costituzione, facendone un plebiscito Renzi sì-Renzi no. La richiesta dei cittadini corregge la torsione plebiscitaria, inaccettabile perché impedisce la discussione di merito su una modifica pessima e stravolgente, che va respinta a prescindere dalla sorte del governo.
2. Ma anche Renzi ha avviato la raccolta delle firme.
Lo ha fatto non per amore di democrazia, ma solo perché i sondaggi hanno dimostrato che la via del plebiscito personale era per lui pericolosa. È anche un tentativo di scippare la bandiera della raccolta firme ai sostenitori del no. Tutto deve essere nel nome del governo.
3. Finalmente si riesce dove tutti avevano fallito.
È decisivo il come. Un Parlamento illegittimo per l’incostituzionalità della legge elettorale, e una maggioranza raccogliticcia e occasionale, col sostegno decisivo dei voltagabbana, stravolgono la Costituzione nata dalla Resistenza. L’irrisione e gli insulti rivolti agli avversari vogliono nascondere l’incapacità di rispondere alle critiche.
4. La legge Renzi-Boschi riduce i costi della politica, cancellando le indennità per i senatori non elettivi.
Il risparmio è di spiccioli. La gran parte dei costi viene non dalle indennità, ma dalla gestione degli immobili, dai servizi, dal personale. Mentre anche il senatore non elettivo ha un costo per la trasferta e la permanenza a Roma, nonché per l’esercizio delle funzioni (segreteria, assistente parlamentare, etc). Risparmi con certezza maggiori si avrebbero – anche mantenendo il carattere elettivo – riducendo la Camera a 400 deputati, e il Senato a 200. Avremmo in totale 600 parlamentari, invece dei 730 che la legge Renzi-Boschi ci consegna.
5. I senatori eletti dai consigli regionali nel proprio ambito, insieme a un sindaco per ogni regione, rappresentano le istituzioni di autonomia. È la Camera delle Regioni, da tempo richiesta.
Falso. Un consigliere regionale è espressione di un territorio limitato e infraregionale, cui rimane legato per la sua carriera politica. Lo stesso vale per il sindaco-senatore. Avendo pochi senatori, ogni regione sarà rappresentata a macchia di leopardo. Pochi territori avranno voce nel Senato, e tutti gli altri non l’avranno. È la Camera dei localismi, non delle regioni.
6. Sarebbe stato meglio con l’elezione diretta?
Certo, perché i senatori eletti avrebbero dato rappresentanza a tutto il territorio regionale e a tutti i comuni. Una vera Camera delle regioni richiede l’elezione diretta, mentre l’elezione di secondo grado apre la via ai localismi e agli egoismi territoriali.
7. Il riconoscimento del seggio senatoriale può essere la via per creare un circuito di eccellenza nel ceto politico regionale e locale.
È vero piuttosto, al contrario, che si rischia un abbassamento della qualità nei massimi livelli di rappresentanza nazionale. Basta considerare le cronache di stampa e giudiziarie. Soprattutto perché ai consiglieri-senatori e ai sindaci-senatori si riconoscono le prerogative dei parlamentari quanto ad arresti, perquisizioni, intercettazioni. Un’inchiesta penale a loro carico può diventare molto difficile, o di fatto impossibile.
8. Ma le prerogative non riguardano le funzioni di consigliere regionale o di sindaco, che rimangono senza copertura costituzionale.
E come si possono distinguere? Se il sindaco-senatore o il consigliere-senatore usa il proprio telefono nell’esercizio delle funzioni connesse alla carica locale diventa per questo intercettabile? E se tiene riunioni nella sua segreteria di senatore? Le attività di indagine verrebbero scoraggiate, o quanto meno gravemente impedite.
9. L’elezione diretta dei senatori è stata sostanzialmente recuperata nell’ultima stesura per le pressioni della minoranza Pd.
Falso. Rimane scritto che i senatori sono eletti dai consigli regionali tra i propri componenti. È stato solo aggiunto il principio che debba essere assicurata la conformità agli indirizzi espressi dagli elettori nel voto per il consiglio. Ma è tecnicamente impossibile. A 10 regioni e province (Valle d’Aosta, Bolzano, Trento, Friuli Venezia Giulia, Liguria, Umbria, Marche, Abruzzo, Molise, Basilicata) spettano 2 seggi, e a Calabria e Sardegna ne spettano 3. Uno dei seggi è riservato a un sindaco. Come si può rispettare la volontà degli elettori quando il consiglio elegge un solo consigliere-senatore, o due?
10. Il principio della conformità al volere degli elettori è comunque stabilito.
Ma cosa la “conformità” significhi, come possa realizzarsi, e cosa accadrebbe nel caso non si realizzasse rimane oscuro. In ogni caso si rinvia a una successiva legge, che – vista l’impossibilità di risolvere il problema – potrebbe anche non venire mai. Una norma transitoria rimette in pieno la scelta ai consigli regionali.
11. Ma il Senato non elettivo serve a superare il bicameralismo paritario, fonte di continui e gravi ritardi.
Falso. Si poteva giungere a un identico bicameralismo differenziato lasciando la natura elettiva del Senato. In ogni caso, le statistiche parlamentari – disponibili sul sito del Senato – ci dicono che nella legislatura 2008-2013 le leggi di iniziativa del governo, che assorbono in massima parte la produzione legislativa, sono arrivate all’approvazione definitiva mediamente in 116 giorni. Addirittura, per le leggi di conversione dei decreti legge sono bastati 38 giorni, che scendono a 26 per la conversione dei decreti collegati alla manovra finanziaria. Numeri, non chiacchiere.
12. Il bicameralismo differenziato semplifica comunque i processi decisionali e assicura maggiore rapidità.
Solo in apparenza. Negli art. 70 e 72 vigenti il procedimento legislativo è disciplinato con 198 parole. La legge Renzi-Boschi sostituisce i due articoli con 870 parole. Può mai essere una semplificazione? In realtà si moltiplicano i procedimenti legislativi diversificandoli in rapporto all’oggetto della legislazione. Ne vengono incertezze e potenziali conflitti tra le due camere, che potrebbero arrivare fino alla Corte costituzionale.
13. Ma su molte materie la Camera ha l’ultima parola, e questo evita le “navette”.
Le navette prolungate, con reiterati passaggi tra le due Camere, sono in genere sintomo di difficoltà politiche nella maggioranza, che – se ci fossero – si manifesterebbero anche con una sola Camera. Mentre il Senato comunque partecipa paritariamente su materie di grande rilievo, come le riforme costituzionali. Con quale legittimazione sostanziale, data la sua composizione non elettiva?
14. La fiducia viene data dalla sola Camera e questo contribuisce alla stabilità.
Poco o nulla. Nell’intera storia repubblicana il diniego della fiducia ha fatto cadere soltanto due governi (i due Prodi). Lo stesso governo Renzi è nato con una manovra di palazzo volta all’omicidio politico di Letta. Senza quella manovra, Letta potrebbe essere ancora in carica dall’inizio della legislatura.
15. Il rapporto di fiducia verso la sola Camera rafforza la governabilità.
La governabilità dipende non dal numero delle Camere, ma dalla coesione della maggioranza che sostiene il governo. Una maggioranza composita e frammentata non potrà mai produrre governabilità. È decisiva una buona legge elettorale, che componga in modo corretto i valori “governabilità” e “rappresentanza”.
16. Per questo l’Italicum è il giusto complemento alla riforma della Costituzione.
Niente affatto. L’Italicum riproduce i vizi del Porcellum già dichiarati costituzionalmente illegittimi: eccesso di disproporzionalità tra i voti e i seggi attribuiti con il premio di maggioranza, per di più dato a un singolo partito; lesione della libertà di voto dell’elettore per il voto bloccato sui capilista, che possono anche essere candidati in più collegi.
17. Ma l’Italicum prevede una soglia al 40%, superata la quale la lista ottiene 340 deputati, e il ballottaggio a due nel caso la soglia non venga raggiunta. Con il ballottaggio ci sarà comunque un vincitore che supera il 50%.
Al ballottaggio e al premio si accede senza alcuna soglia. Se nel ballottaggio un partito prendesse 2 voti e l’altro 1, il primo avrebbe comunque 340 seggi. Come col Porcellum è possibile che un singolo partito con pochi consensi nel Paese abbia in Parlamento una maggioranza blindata di 340 seggi, mentre tutti gli altri soggetti politici, che pure assommano nel totale maggiori consensi, si dividono i seggi rimanenti. Conseguenza: il voto dato alla lista vincente pesa sull’esito elettorale fino a 4 volte il voto per le altre liste. Un grave elemento di diseguaglianza tra gli elettori.
18. Un premio di maggioranza non è di per sé incostituzionale.
Ma è incostituzionale quello dell’Italicum. Già la soglia al 40% configura un premio di maggioranza enorme, con 340 deputati garantiti. Per di più, essendo sempre 340 i seggi assegnati alla lista vincente, il premio sarà maggiore per chi ha il 40% dei voti, minore per chi ha il 41%, e così via. Meno voti si prendono, più seggi aggiuntivi si ottengono con il premio. Un elemento di manifesta irrazionalità.
19. Ma l’Italicum garantisce che si sappia chi vince la sera del giorno in cui si vota. Un elemento di certezza.
Che nessun sistema elettorale potrà sempre e comunque assicurare. E in ogni caso la governabilità non si assicura dando un potere blindato con artifici aritmetici a chi ha una minoranza – anche ristretta – di consensi reali nel paese. Sarà pur sempre un governo al quale la parte prevalente del corpo elettorale ha negato adesione e sostegno.
20. Non è corretto censurare l’Italicum con l’argomento che apre la via all’uomo solo al comando.
Invece sì. L’Italicum prevede, come già il Porcellum, la figura del “capo” del partito. Il voto bloccato sui capilista e le candidature plurime per gli stessi capilista consentono al leader del partito di controllare in ampia misura la scelta dei parlamentari da eleggere, per la maggioranza blindata dal premio. La concentrazione del potere è indiscutibile.
21. Ma chi firma per il referendum abrogativo sull’Italicum vuole tornare al proporzionale puro di lista e preferenza, con tutti i rischi di ingovernabilità?
Niente affatto. Si vuole soltanto ristabilire una condizione politica non viziata da meccanismi elettorali costituzionalmente illegittimi. Si potrà allora scegliere – con corretta partecipazione demcratica e piena rappresentanza politica – di quali riforme il paese ha bisogno, inclusa la scelta di una legge elettorale conforme a Costituzione.
22. È comunque eccessiva l’accusa di deriva autoritaria. Resta intatto il sistema di checks and balances.
Ma l’effetto sinergico della riduzione del numero dei senatori e il dominio sulla Camera assicurato dal premio rendono decisiva l’influenza della maggioranza di governo nell’elezione in seduta comune del capo dello Stato e dei membri del Csm, come anche per la Camera dei membri della Corte costituzionale o delle Autorità indipendenti.
23. Sono effetti bilanciati dal rafforzamento degli istituti di democrazia diretta, ad esempio per l’iniziativa legislativa popolare.
Falso. Le firme richieste per la presentazione di una proposta di legge sono triplicate, da 50 a 150 mila. Le garanzie sono rinviate al Regolamento, e la maggioranza parlamentare rimane libera di rigettare o modificare la proposta. In altri ordinamenti, la proposta può andare all’approvazione per via referendaria, quanto meno nel caso di modifica o rigetto del Parlamento.
24. Ma il referendum abrogativo si rafforza per l’abbassamento del quorum di validità, fissato alla maggioranza dei votanti nelle ultime elezioni per la Camera.
Solo nel caso che sia stato richiesto con ben 800.000 firme, tetto quasi impossibile da raggiungere in un tempo in cui i corpi intermedi – partiti, sindacati – sono indeboliti o sostanzialmente dissolti. E non si capisce perché un referendum debba avere un quorum più alto se richiesto da 500.000 cittadini e più basso se richiesto da 800.000.
25. Si prevedono i referendum propositivi e di indirizzo.
È fumo negli occhi. I referendum propositivi e di indirizzo sono solo menzionati a futura memoria nella legge Renzi-Boschi, che ne rinvia la disciplina a una successiva legge costituzionale. Tutto rimane da fare. Cosa impediva di introdurre fin da ora una disciplina compiuta? Un chiaro intento di non provvedere.
26. Si correggono gli errori fatti nella revisione del Titolo V approvata nel 2001.
Non si correggono gli errori vecchi facendone di nuovi e sostituendo alla frammentazione un neo-centralismo statalista. Ad esempio, non è accettabile che il governo passi sulla testa delle popolazioni locali nella gestione del territorio sotto l’etichetta di opere di interesse nazionale o simili. La vicenda trivelle deve insegnarci qualcosa.
27. Si semplifica il rapporto tra Stato e Regioni, che ha dato luogo a un enorme contenzioso davanti alla Corte costituzionale.
Ma non mancano contraddizioni e ambiguità, che possono tradursi in nuovo contenzioso. La soppressione della potestà concorrente in chiave di semplificazione del rapporto Stato-Regioni è ad esempio pubblicità ingannevole, perché si crea una nuova categoria di “disposizioni generali e comuni” che è difficile distinguere dalle leggi cornice della attuale potestà concorrente. E c’è anche un richiamo a “disposizioni di principio”.
28. Si rafforza lo Stato riportando a esso potestà legislative importanti.
La legge Renzi-Boschi riduce sostanzialmente lo spazio costituzionalmente riconosciuto alle autonomie. Alcuni profili potrebbero essere – se isolatamente considerati – apprezzabili. Ma il neo-centralismo statale è negativo in un contesto di complessiva riduzione degli spazi di partecipazione democratica e di rappresentanza politica.
29. La de-costituzionalizzazione delle Province è un momento importante di semplificazione istituzionale.
Vale anche per le Province quanto detto per il neo-centralismo statale. Inoltre, sono un elemento marginale nell’impianto della legge Renzi-Boschi. Una parte persino non necessaria, come è provato dal fatto che la riforma delle Province è stata già da tempo avviata. Il punto dolente è il modo in cui si sta realizzando.
30. La soppressione del Consiglio Nazionale dell’Economia e del Lavoro (Cnel) è positiva.
Vero, dal momento che il Cnel non esercita alcuna essenziale funzione politica o istituzionale. Ma la soppressione prende solo poche righe in una modifica della Costituzione per altro verso ampia e stravolgente. Bastava una leggina costituzionale mirata, che non avrebbe dato luogo a polemiche. La positività della soppressione non può certo bilanciare la valutazione negativa di tutto il resto.

venerdì 5 agosto 2016

Il MiSE, la Regione Molise ed Invitalia lanciano una call per la raccolta di manifestazioni di interesse ad investire nell’area di crisi industriale complessa di "Venafro-Campochiaro- Bojano e aree dell'indotto".


Il MiSE, la Regione Molise ed Invitalia lanciano una call per la raccolta di manifestazioni di interesse ad investire nell’area di crisi industriale complessa di "Venafro-Campochiaro- Bojano e aree dell'indotto".
Obiettivo: raccogliere informazioni per identificare al meglio i fabbisogni di sviluppo dell’area e caratterizzare adeguatamente gli strumenti agevolativi che saranno attivati e resi disponibili sul territorio.
La call ha dunque una finalità meramente conoscitiva e non dà luogo a titoli di preferenza o diritti: rientra nelle azioni delPRRI - Progetto di Riconversione e Riqualificazione Industriale dell’area, a cui l’Agenzia è stata chiamata a dare il proprio contributo.
L’area di crisi industriale complessa coincide con il territorio ricompreso tra le due province di IserniaCampobasso.  L’area ricade nei comuni riportati nell’elenco consultabile qui.
Le manifestazioni di interesse devono riguardare iniziative imprenditoriali, da localizzare nell’area, per la realizzazione di:
  • programmi di investimento e sviluppo occupazionale
  • programmi di investimento per la tutela ambientale
  • progetti di innovazione dei processi  dell’organizzazione
  • progetti di ricerca industriale e sviluppo sperimentale
Gli interessati avranno tempo fino al 30 settembre per presentare le manifestazioni di interesse a Invitalia: la scheda da compilare è disponibile su questo sito a partire dal 4 agosto 2016 e fino alle ore 12.00 del 30 settembre 2016.  

giovedì 28 luglio 2016

Fondi al Parco dell’Olivo di Venafro. La Regione è assente, così si rischia di cancellare una importante realtà!


“Ci risiamo! La Regione continua a ritenere inutile il Parco dell’Olivo di Venafro, nonostante, proprio ieri l’altro, il Governatore Frattura e il Presidente Renzi, abbiano firmato il Patto per il Molise che prevede, tra gli altri, interventi mirati sulla salvaguardia e promozione dell’ambiente, del territorio e sul turismo.
Alle richieste legittime del Parco dell’Olivo di Venafro, di vedersi accreditati, finalmente, i fondi per la propria gestione, ad oggi ancora nessun riscontro da parte della Regione. Un comportamento ingiustificato, incomprensibile posto che esiste una Legge che stabilisce la disponibilità finanziaria per il funzionamento di questa struttura, direttamente nel bilancio regionale.
Vi è di più, all’indomani dell’ennesima richiesta di erogazione del finanziamento, da parte del Parco dell’Olivo di Venafro, l’Assessore Facciolla aveva rassicurato tutti che avrebbe provveduto, in tempi rapidi, a risolvere la questione, ad oggi, nonostante la promessa, le sollecitazioni del Presidente Pesino e le mie interrogazioni volte a capire le ragioni di tale inadempienza, ancora ci ritroviamo a dover fare i conti con l’inerzia, e speriamo sia solo tale, di una istituzione che, a quanto sembra, predica bene e razzola male.
Le difficoltà gestionali del Parco, senza questi finanziamenti saranno presto irreversibili, senza fondi non sarà possibile mettere in atto tutti i programmi e le azioni istituzionali, ma, soprattutto, vanno evidenziate le preoccupazioni più che legittime della dirigenza del Parco dell’Olivo, che tenendo fede alle norme vigenti e nei limiti contributo regionale 2015 e a questo punto anche quelle per il 2016, ha svolto tutta l’attività prevista impegnando le somme per far fronte ai pagamenti a fornitori di servizi e costi di esercizio.
Evidentemente, tutto questo, non interessa né all’Assessore Facciolla né al Governatore, che però continuano a parlare di sviluppo ambientale, turistico, agricolo etc. Una decisione, questa della Regione che, come già detto in altre occasioni, pur nel caso di blocco dei pagamenti per motivi legati al patto di stabilità e pur in presenza delle nuove norme relative ai bilanci degli Enti sub regionali, avrebbe dovuto comunque prevedere il mantenimento di quanto impegnato in bilancio, perché pone il Parco dell’Olivo di Venafro e con esso altre realtà simili, in enorme difficoltà nei confronti dei creditori e di quanti hanno prestato la loro opera a favore di detti Enti.
Finora non ho avuto motivo di dubitare su quanto confermatomi dall’Assessore Facciolla e dalla strutture tecnica competente che l’autonomia finanziaria del Parco dell’Olivo di Venafro non sarebbe stata messa in discussione, ma la lettera che il Presidente Pesino è stato costretto a inviare perché non è più in grado neppure di pagare il fitto dei locali sede dell’Ente che rappresenta, significa che siamo giunti alla frutta, pensare male è peccato, diceva qualcuno ma … per questo viene spontaneo pensare che, come per l’Ospedale, si vuole “chiudere” anche il Parco dell’Olivo di Venafro.
Sarebbe difficile persino immaginarlo, che a fronte di un impegno costante e gravoso portato avanti in tutti questi anni dal Parco dell’Olivo di Venafro, si possa giungere a una simile decisione, ma è necessario intervenire al più presto perché siamo oltre i due terzi del 2016 e i problemi, a breve, si raddoppieranno. La richiesta di un ulteriore incontro tra le parti, fatta dal Presidente Pesino, spero voglia sancire in maniera definitiva la svolta positiva per il destino del Parco dell’Olivo di Venafro, in attesa, confidiamo ancora una volta sulle promesse dell’Assessore Facciolla e che Dio ce la mandi buona!”

martedì 26 luglio 2016

La firma del 'Patto per il Molise' che oggi viene ufficializzata con la presenza a Campobasso, del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, deve significare la vera e seria ripresa per un territorio che stenta a decollare


Dopo le rassicurazioni del Ministro Boschi che annuncia per il Molise, il mantenimento, anche dopo la Riforma, della rappresentanza sia per il Senato che alla Camera, “non alterando il peso della nostra Regione in Parlamento”, la firma del Patto per il Molise che oggi viene ufficializzata con la presenza a Campobasso, del Presidente del Consiglio Matteo Renzi, deve significare la vera e seria ripresa per un territorio che stenta a decollare e pieno, purtroppo, di emergenze ancora da risolvere. In considerazione dell’ammontare delle risorse rese disponibili, il mio auspicio è quello di veder ripartire, al più presto, l’economia regionale attraverso l’attuazione di quei programmi di sviluppo, di cui, finora, si è solo parlato. Gli interventi e le risorse contenuti nel Patto per il Molise, in favore dell’Ambiente e Territorio, per lo Sviluppo Economico e Produttivo attraverso progetti per l'Università e la Ricerca; per l'Area di Crisi Industriale complessa; per l'Innovazione; per il Turismo e la Cultura, per le Infrastrutture, tra cui progetti per quelle sanitarie; per il sistema ferroviario e per la viabilità, devono rappresentare il propellente che faccia ripartire il Molise. La speranza, dunque, è quella di far seguire ai tanti proclami, i fatti e non mostrare al Presidente Renzi, soltanto la parte buona del Molise.

venerdì 22 luglio 2016

Progetto Scuola Innovativa: La giunta Regionale preferisce Santa Croce di Magliano a Venafro


L’interrogazione a risposta scritta e orale da me presentata sulla problematica legata al Bando Ministeriale e Inail “Scuole Innovative” progetto presentato dal Comune di Venafro, ha avuto una risposta negativa per le scuole di Venafro.
L’obiettivo del bando  è  quello di realizzare almeno 30 scuole all’avanguardia, almeno una per regione, utilizzando risorse per 300 milioni di euro nel triennio 2015-2017, destinate dall’INAIL, nell’ambito degli investimenti immobiliari previsti dal piano di impiego dei fondi disponibili di cui all’articolo 65 della legge 30 aprile 1969, n. 153. Si tratta di «scuole innovative dal punto di vista architettonico, impiantistico, tecnologico, dell’efficienza energetica, della sicurezza strutturale e antisismica, caratterizzate dalla presenza di nuovi ambienti di apprendimento e dall’apertura al territorio».
Il concorso si svolge in un’unica fase. Oltre alla progettazione di ambienti didattici innovativi, i concorrenti hanno dovuto prestare massima attenzione alla sostenibilità ambientale, energetica ed economica e all’integrazione del verde.
La risposta della Regione alla mia interrogazione:
Con verbale del 13 ottobre 2015, la Commissione Tecnica, ha proposto l’approvazione della graduatoria dei 5 interventi da trasmettere al ministero dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, dove risultano utilmente inserite anche le scuole di Venafro e di Santa Croce di Magliano, oltre all’elenco delle manifestazioni di interesse ritenute inammissibili.
Con Determina Dirigenziale è stata approvata la graduatoria dei 5 interventi selezionati, successivamente trasmessa al Ministero che ne prendeva atto e richiedeva delle integrazioni.
A tale nota il 19.01.2016,  il servizio di Edilizia Pubblica e Residenziale della Regione Molise, ha trasmesso le integrazioni richieste.
Dato atto con nota dell’Assessore regionale ai Lavori Pubblici Pierpaolo Nagni che ha proposto per le seguenti motivazioni ( estrapolate in essenza dalla risposta all’interrogazione) l’esclusione di Venafro dal progetto preferendo Santa Croce di Magliano.
Considerato che sia nell’ambito della programmazione regionale che di quella nazionale, in materia di edilizia scolastica, il comune di Venafro ha usufruito, nel corso degli anni di finanziamenti che hanno interessato buona parte del patrimonio scolastico del Comune con consistente miglioramento dello stesso anche e soprattutto ai fini del miglioramento globale della sicurezza;
Ritenuto necessario riequilibrare l’assegnazione di risorse sul territorio in funzione, principalmente, con le precarie situazioni in cui sono costretti gli alunni a svolgere le attività didattiche;
Considerato che gli alunni del comune di Santa Croce di Magliano, a seguito dei noti eventi sismici del 2002, sono costretti a frequentare le attività didattiche in strutture provvisorie che con il passare del tempo manifestano, quotidianamente, non pochi problemi (infiltrazioni d’acqua, umidità etc.) con ripercussione sulla salute degli utenti;
Considerato altresì che con i Comuni interessati sono state ridefinite le esigenze finanziarie legate agli interventi proposti proprio in virtù delle considerazioni sopra evidenziate e delle risorse già impegnate dalla Regione Molise per il settore dell’edilizia scolastica, si invia al MIUR di considerare in prima priorità proprio la realizzazione di un nuovo edificio scolastico da destinare a scuola dell’infanzia, primaria e secondaria di I° grado proprio il Comune di santa Croce di Magliano per un importo finanziario di  3 milioni di euro.”

giovedì 21 luglio 2016

Venafro – Palazzina Liberty. Alla mia interrogazione la Regione risponde con lo scarica barile di responsabilità sull’ente locale


Interrogazione con risposta orale e scritta, a firma del Consigliere Scarabeo, ad oggetto “Appalto integrato per l’affidamento della progettazione definitiva, esecutiva, relazione geologica, coordinamento della sicurezza in fase di progettazione e realizzazione dei lavori per il recupero e restauro del “Palazzo Liberty” – Centro Polifunzionale Culturale e Formativo nel Comune di venafro.
Finalmente la risposta a questo quesito, posto da Scarabeo in data 22 aprile 2016, dopo tre mesi, ecco che giunge a maturazione per avere delle risposte sul proseguo dei lavori e le responsabilità nell’erogazione dei finanziamenti da parte della Regione Molise su un’opera tanto cara ai venafrani e allo stesso tempo tanto discussa.
La Direzione Generale della giunta Area quarta Servizio Edilizia Pubblica e Residenziale di competenza assessorile di Pierpaolo Nagni, espone una articolata risposta ricostruendo l’iter procedurale del finanziamento di € 1.200.000,00 per la ricostruzione del palazzotto Liberty al centro di Venafro, mutuato dal Programma Attuativo regionale (PAR) del Fondo per lo Sviluppo e la Coesione (FSC) risorse 2000/2006. Approvato con Delibera di Giunta Regionale del 13.09.2010 n.765 – soggetto attuatore il comune di Venafro.
Si appura che la regione scarica sull’amministrazione comunale di Venafro ogni responsabilità, in quanto la regione stessa, svolge unicamente il ruolo di Ente di programmazione degli interventi, demandando agli Enti territoriali tutte le attività connesse con la realizzazione delle opere, che comprendono in maniera esemplificativa, ma non esaustiva: l’affidamento degli incarichi professionali – l’approvazione del progetto – le procedure per l’affidamento dei lavori  la stipula del contratto con l’impresa esecutrice dei lavori – la nomina dei direttori dei lavori – l’approvazione di eventuali perizie di variante  – la nomina di un eventuale collaudatore e l’approvazione degli atti di collaudo.
Pertanto nella realizzazione delle opere pubbliche gli Enti operano in maniera autonoma e sono obblgati nei confronti della regione solo ad ottemperare agli obblighi specificati nel provvedimento di formale concessione del finanziamento e nel disciplinare allegato, che l’Ente è obbligato a sottoscrivere per accettazione.
Il comune di Xenafro, con Delibera del Commissario straordinario n.71 del 10.12.2012 ha approvato il progetto preliminare, redatto dal responsabile del settore lavori pubblici e Manutenzione del comune, integrato con gli elaborati necessari per espletare l’appalto ai sensi di legge.
La regione Molise, con determina del Direttore generale n. 49 del 28.01.2013 ha concesso al comune di Venafro il finanziamento.
Il Comune di Venafro attraverso il Commissario Straordinario delibera n.34 del 34 del 11.02.2013 ha accettato le condizioni e le modalità e termini indicati nella determinazione del Direttore generale della regione Molise.
In seguito il Comune di Venafro ha provveduto, con nota prot. n. 12748 del 30.07.2014, ha provveduto a richiedere il rinnovo della concessione in scadenza il 28 gennaio 2015 e nel contempo fissare un nuovo termine per la chiusura della concessione a tutto il 31 dicembre 2016.
Tale richiesta è stata concessa dalla Regione Molise con determina direttoriale n.415 del 20 agosto 2014, provvedendo al rinnovo della concessione del finanziamento e fissare al 31 dicembre 2016, il nuovo termine per la trasmissione da parte del comune di Venafro della documentazione necessaria per la chiusura della concessione.
Il comune di Venafro accettando le condizioni con delibera di giunta n.152 del 18 settembre 2014, successivamente con determina dirigenziale n.102 del 07.04.2014 aggiudicava definitivamente l’appalto all’impresa: Ing. Antonio Buono S.r.l..
Con ulteriore determina dirigenziale della Regione Molise n.44 del 93.03.2015 si è provveduto ad erogare la seconda rata pari ad e 86.582,06 a favore del comune di Venafro. La Determina dirigenziale del 14.01.2016 n.1  del responsabile del settore Lavori Pubblici del Comune di Venafro è stata approvata la perizia con il relativo quadro economico.
La Regione Molise confermava il finanziamento con determina n. 429 del 11.02.2016 a seguito dell’approvazione da parte del comune di Venafro della perizia di variante.
In sintesi il comune di Venafro con varie note provvedeva a richiedere la terza, quarta, quinta e sesta rata di acconto, per un importo complessivo di € 698.112,86, a fronte delle quali, nelle more di approvazione del bilancio 2016, con determinazione dirigenziale regionale, n.1228 del 11.04,2016 si è provveduto all’erogazione di un acconto di € 150.000.
Pertanto, a questa interrogazione posta in Consiglio regionale dal Consigliere Scarabeo, pur rispettando i termini di legge, la risposta appare uno scarica barile di responsabilità sull’amministrazione comunale di Venafro. Il Palazzo Liberty, quindi non potrà essere realizzato entro il termine del 31 dicembre prossimo venturo, a meno che l’amministrazione comunale non anticipi e contragga, ove possibile un mutuo per terminare i lavori, in attesa della chiusua del bilancio regionale 2016, oppure richiedre prima della scadenza una ulteriore proroga della chiusura lavori.
Gli amministratori comunali di Venafro dovranno  far sentire la loro voce, non abbassare la guardia, affinchè questa data sia rispettata e la Regione sia adempiente nell’erogare il dovuto.