Tutte le news sull'attività politica e sociale del consigliere della Regione Molise Massimiliano Scarabeo.
giovedì 29 luglio 2010
La questione Geomeccanica è solo una parte del problema!
Il perdurante silenzio della proprietà della Geomeccanica, ma soprattutto, l’inerzia della Regione Molise che attraverso la propria finanziaria detiene una cospicua partecipazione nel capitale sociale dell’azienda venafrana, non giustifica la mortificante situazione di attesa per una vertenza che invece deve trovare, al più presto, una soluzione.
Nemmeno il concordato preventivo ha dato lo stimolo necessario per giungere a una definizione che porti alla ricostituzione del capitale della Geomeccanica, ma soprattutto che apra nuovi orizzonti per le decine di lavoratori che ancora sono in attesa di conoscere come andrà a finire.
«L’immobilismo della Regione Molise, che pure detiene il 35 per cento del capitale della Geomeccanica, ora deve vedere la fine», dichiara il Consigliere Massimiliano Scarabeo, il primo politico regionale a lanciare l’allarme sulle condizioni dell’azienda venafrana, «gli assessori Marinelli e Vitagliano, nonostante i problemi finanziari che la regione attraversa, hanno il dovere non solo istituzionale, ma a questo punto anche morale nei confronti dei lavoratori, di proporre una degna soluzione a questa crisi. Il particolare momento congiunturale, infatti, non deve essere il paravento a una situazione che se, non affrontata con l’impeto giusto, rischia di sprofondare ancora di più. Inoltre, le voci che circolano sull’attività parallela che l’azienda di Venafro starebbe portando avanti dall’altra parte del globo, non favoriranno certo la ripresa dell’attività».
Continua il Consigliere Scarabeo «quando ho messo il dito nella piaga, ho voluto far intendere che ognuno degli attori doveva assumersi le proprie responsabilità, in primis la proprietà che da come si è visto in seguito, amministrando col sistema da “allegra gestione”, ha portato l’azienda nel punto in cui si trova, infine della politica che non è in grado di dare risposte certe».
In queste dichiarazioni, un fondo di verità c’è: tutti i proclami fatti a difesa dei lavoratori, non sono stati sufficienti a definire la questione. E se a questo si aggiunge la difficoltà di trovare i fondi necessari all’erogazione degli ammortizzatori sociali, allora la situazione si fa davvero dura.
I molisani non vogliono e non possono tollerare che un’altra realtà di questo nucleo industriale, vada ad aggiungersi a quelle già iscritte nel registro delle imprese defunte di questa regione. A tal proposito, molto lapidarie sono le dichiarazioni dello stesso Consigliere Scarabeo: «abbiamo un nucleo industriale che così com’è, non serve a niente! Non c’è uno straccio di programma di rilancio o riconversione di nessuna delle tante aziende costrette a chiudere e a licenziare. Se non fosse per le imprese e gli imprenditori che ancora resistono, vedremmo niente altro che desolazione. Qualche tempo fa, è stato chiesto alla politica di ritornare ad amministrare l’Ente consortile, in sostituzione del Commissario, potrebbe essere una soluzione, visto i risultati in cui versa il nucleo».
Infatti, proprio in questi giorni i lavoratori di alcune aziende dello stesso nucleo industriale, hanno manifestato ancora una volta, la loro situazione, alla politica regionale, chiedendo risorse e verifiche del piano industriale da parte della Giunta che dovrebbe sollecitare la Finmolise a riconfermare le garanzie finanziarie per favorire l’ingresso di nuovi soci e quindi di nuovi capitali.
«In questo momento» chiosa il Consigliere Scarabeo, «in molti cercano di sfoggiare le proprie doti politiche, imbastendo vere e proprie campagne promozionali per attirare l’attenzione e cercare consensi. Non ci si accorge, però, che senza un serio e fattivo confronto sulle problematiche vere e le emergenze che attanagliano il territorio, non troveranno molte risposte. Così la crescita del Molise sarà pari a zero! Tutto ciò non è un buon viatico per i giovani di questo territorio e di questa regione che sempre minor spazio trovano al fine di poter attuare i programmi culturali, imprenditoriali, sociali, necessari al loro futuro. Per loro occorre fare molto di più!».
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