martedì 28 settembre 2010

Crisi Geomeccanica: Subito una soluzione!

Geomeccanica SrLTorna pesantemente alla ribalta il caso Geomeccanica, azienda venafrana leader, almeno fino ad un anno fa, nella costruzione di macchine speciali per lavori di perforazione del suolo. Un problema importante che investe l'intero tessuto economico locale, perché da essa, dipendono direttamente quasi cento lavoratori.
Un problema che nonostante il tempo trascorso non riesce a trovare la quadra, mentre i dipendenti e le loro famiglie attendono, speranzosi che la soluzione arrivi al più presto.
Tra le parti, quella ad essere maggiormente indiziata di inerzia, è proprio la Regione Molise, che detiene il 35 per cento del capitale sociale della Geomeccanica e che attraverso propri rappresentanti nel CdA dell'azienda venafrana, prova senza grandi risultati, a dirimere la matassa.

Evidentemente i proclami fatti dalla regione per risolvere la questione, non hanno trovato, sinora, riscontro nella realtà e nemmeno le offerte pervenute da due importanti aziende del settore, la EGT di Parma e la spagnola Hermagar di Madrid, riescono a spuntarla su una situazione societaria quasi al collasso e sempre più critica per i lavoratori.
Il loro grido d'allarme, lanciato sulla vicenda, giunge sempre più soffocato dal notevole tempo trascorso senza che siano state trovate valide alternative.
Ritorna ancora una volta sulla questione, il Consigliere regionale Massimiliano Scarabeo che per primo ha posto in evidenza, circa un anno fa, sia il problema che la necessità di trovare al più presto la giusta soluzione. «La situazione finanziaria della Geomeccanica, non consente più rinvii nelle decisioni che contano. Occorre che ognuno faccia il proprio dovere fino in fondo e per questo mi appello apertamente proprio all'assessore regionale competente, con la speranza che oltre ad un'azione efficace di mediazione tra le parti, porti soluzioni concrete attraverso rappresentanti competenti all'interno del CdA della stessa azienda. Non è possibile pensare che alla luce di offerte pervenute per sostenere finanziariamente la Geomeccanica, si continui a tentennare nelle scelte».

Purtroppo, ancora una volta, vengono posti in secondo piano i reali interessi dei lavoratori e del tessuto economico venafrano che vedrebbe così un forte ridimensionamento della propria capacità produttiva, con la perdita di quasi un centinaio di posti di lavoro diretti.
«Mi sembra che ripetiamo sempre le stesse cose: quasi un anno fa i lavoratori Geomeccanica hanno vissuto oltre un mese sul tetto dello stabilimento a protestare in attesa che qualcuno si degnasse di loro. La lotta sindacale tra lavoratori, impresa e Regione, sembrava imboccare il giusto binario con l'erogazione della cassa integrazione e l'arrivo di offerte per l'acquisto dell'azienda. A distanza di mesi, però, il problema è ancora lontano dall'essere risolto. Occorre perciò che la regione faccia la propria parte perché non è pensabile che ai già numerosi problemi di Venafro, possano aggiungersi quelli della Geomeccanica. Comprendo le difficoltà ma se un anno fa, i problemi finanziari sono stati tali da creare questo terremoto societario, oggi rappresentano l'anticamera del fallimento. Perciò, prima che la situazione precipiti definitivamente ed i lavoratori perdano lavoro e reddito, più delle chiacchiere, attendiamo proposte costruttive».
Il Consigliere Scarabeo, aggiunge altresì che si farà promotore del problema Geomeccanica, anche verso l'Amministrazione cittadina, affinché assuma una decisa presa di posizione collaborando perché si arrivi ad una positiva risoluzione della vertenza.
«Non voglio tornare sull'argomento riguardante il mio rapporto politico con il Sindaco Cotugno», continua il consigliere Scarabeo, «ma non posso non notare il perdurante silenzio o le mere azioni di facciata, da parte dell'istituzione locale su questa vicenda. Spero che non servano sollecitazioni particolari perché diventi parte attiva nell'azione di difesa degli interessi della Geomeccanica e quindi dei suoi lavoratori quali cittadini venafrani. La nostra Città, dopo i problemi legati all'ospedale, quelli del nucleo industriale in profonda crisi occupazionale, delle attività commerciali sempre meno attive, non può permettersi di perdere altri posti di lavoro. La crisi globale non può essere l'alibi di un immobilismo delle istituzioni che ormai rasenta il dramma. Spero in uno scatto di orgoglio e di attaccamento al territorio da parte di tutta la politica locale, nell'impegno fattivo per arrivare alla soluzione dei problemi che ci investono e dal quale non possiamo, non vogliamo e non dobbiamo prescindere».

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